Scheda Tecnica
(ai sensi dell’art.6 L.R. 26/2003 e s.m.i.)


Il/La sottoscritto/a (cognome) ....................................................................................................

(nome) ....................................................... nato a (luogo).........................................................

(prov. ..............) il ..................... residente a (luogo) ................. (prov. …....) in via (indirizzo)

…………………………………………………………………………………....................... n. ........


Consapevole delle sanzioni penali, nel caso di dichiarazioni non veritiere, di formazione o uso di atti falsi, richiamate dall'art. 76 del DPR 445 del 28 dicembre 2000


DICHIARA


A) Informazioni generali

A.1 Nome del gestore.

A.2 Ragione sociale e codice fiscale.

A.3 Indirizzo completo del gestore.

A.4 Indirizzo completo dello stabilimento.

A.5 Coordinate del baricentro geometrico dello stabilimento secondo il sistema ED 1950, UTM, fuso 32 e 33.

A.6 Localizzazione ed identificazione dell'impianto mediante Corografia aggiornata in scala 1:25.000, sulla quale sia evidenziato il perimetro dello stabilimento. Tale mappa deve comprendere un'area avente raggio di almeno 2 km attorno all'installazione. Su tale mappa deve essere indicata la destinazione degli edifici esistenti, con particolare riferimento agli ospedali, alle scuole, agli uffici e alle industrie, con la precisazione del tipo di industria se noto, nonché la presenza di linee ferroviarie, strade, autostrade, porti, aeroporti e corridoi aerei di atterraggio e decollo.


B) Informazioni sullo stabilimento e sulle sostanze pericolose

B.1 Planimetrie dello stabilimento:

- in scala 1:2.000;

- in scala non inferiore a 1:500 con l’indicazione degli impianti e dei depositi in cui sono presenti le sostanze pericolose;

- Piante e sezioni degli impianti e/o depositi, con eventuali particolari significativi in scala non inferiore a 1:200.

Indicare, inoltre, in planimetria l’ubicazione dei punti critici degli impianti e/o depositi.

B.2 Descrizione dettagliata dell’attività in riferimento a qualsiasi operazione e/o processo effettuati nello stabilimento che comporti o possa comportare la presenza di sostanze pericolose, nonché in riferimento al trasporto effettuato all’interno dello stabilimento ed al deposito connesso a tale operazione. Per gli stoccaggi, allegare l’elenco dei serbatoi indicandone tipologia costruttiva (tetto fisso, tetto galleggiante, atmosferici, in pressione, ecc.), capacità, caratteristiche (serbatoio interrato, tumulato, ecc), impermeabilizzazione e capacità dei relativi bacini di contenimento.

B.3 Schema a blocchi del processo, con indicazione delle materie prime che entrano e dei prodotti che escono e i relativi regimi di temperatura, pressione e portata.

B.4 Schema di processo semplificato (Process Flow Diagrams PFD) in cui siano riportate le principali apparecchiature (reattori, colonne di distillazione, scambiatori di calore, pompe, compressori, ecc.), i vari collegamenti tra le stesse e la relativa strumentazione di controllo e di sicurezza (indicatori di livello, di pressione, di temperatura, pressostati, livellostati, valvole di sicurezza, dischi di rottura, ecc.).

B.5 Indicare la capacità produttiva dello stabilimento. Indicare inoltre i flussi in/out di sostanze pericolose: compilare le sottostanti Tabelle A e B.


TAB. A - FLUSSI DI SOSTANZE PERICOLOSE IN INGRESSO ANNO .....

Sostanza

Q.tà tot (t)

Autobotti (n.)

Q.tà (t)

Ferrocisterne (n.)

Q.tà (t)

Navi (n.)

Q.tà (t)

Altro

Q.tà (t)

……

……

……

……

……

……

……

……

……

……

……

……

……

……

……

……

……

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……

……


TAB. B - FLUSSI DI SOSTANZE PERICOLOSE IN USCITA ANNO .....

Sostanza

Q.tà tot (t)

Autobotti (n.)

Q.tà (t)

Ferrocisterne (n.)

Q.tà (t)

Navi (n.)

Q.tà (t)

Altro

Q.tà (t)

……

……

……

……

……

……

……

……

……

……

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……

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……

……

……


B.6 Elenco delle sostanze pericolose stoccate e/o utilizzate e/o prodotte (frasi di rischio Rxx, classificazione e quantità massima presente in stabilimento in tonnellate). La quantità massima dichiarata dal Gestore per ciascuna sostanza deve essere computata come valore massimo della somma delle masse contemporaneamente presenti nei serbatoi, nelle apparecchiature, nelle tubazioni e nei recipienti mobili.

Si dovranno anche precisare separatamente i dati relativi alle quantità delle sostanze presenti nello "stoccaggio" e in "hold-up"(cioè contemporaneamente contenute nell'impianto in condizioni operative).

B.7 Esplicitare l’assoggettabilità al D.Lgs 334/99 e s.m.i. secondo i criteri indicati nell’allegato I allo stesso decreto.

B.8 Schede di sicurezza delle sostanze pericolose redatte con i contenuti minimi previsti dal D.M. Sanità 4 aprile 1997 e s.m.i. aggiornate all’ultimo adeguamento al progresso tecnico della direttiva 67/548/CEE.

B.9 Comportamento chimico/fisico delle sostanze pericolose nelle condizioni normali di stoccaggio o di utilizzazione, con particolare riferimento alla suscettibilità a dare origine a fenomeni di instabilità nelle condizioni normali di temperatura e pressione di processo o stoccaggio.

B.10 Precisazione delle sostanze pericolose che possono originarsi per modificazione o trasformazione della sostanze considerate a causa di anomalie prevedibili nell’esercizio dell’impianto, quali ad esempio variazioni di condizioni di processo (temperatura, pressione, portata, rapporto stechiometrico dei reagenti, imperfetto dosaggio del catalizzatore, presenza di impurezze, ecc.); indicare inoltre, i meccanismi di reazione, la cinetica chimica e le condizioni termodinamiche (calori di reazione, ∆T adiabatici ecc..). Evidenziare infine situazioni di incompatibilità fra le sostanze contemporaneamente presenti in stabilimento.


C) informazioni per l’identificazione dei pericoli e la valutazione della relativa probabilità e gravità

C.1 Identificazione dei possibili eventi incidentali in base all’analisi storica e all’esperienza operativa su incidenti, "quasi incidenti" ed anomalie di funzionamento ed in base a tecniche di analisi espletate secondo lo stato dell’arte (Hazop, what if, FMEA, ecc.).

C.2 Stima della probabilità (occasioni/anno) di accadimento degli eventi incidentali mediante costruzione e risoluzione numerica di alberi logici (Fault Tree) o mediante l’elaborazione statistica di dati storici.

C.3 Identificazione ed evoluzione degli scenari incidentali e stima delle probabilità (occasioni/anno) mediante costruzione e risoluzione numerica di alberi logici (Event Tree).

C.4 Determinazione delle conseguenze correlate agli scenari incidentali identificati in base all’utilizzo di modelli di simulazione, codici di calcolo ecc… e delle relative aree di danno, stimate in base al superamento dei valori di soglia, come definiti dall’Allegato al D.M.9/5/01- tab. 2 (ai fini della compatibilità territoriale) e al D.P.C.M. 25/2/2005 (ai fini della Pianificazione di Emergenza Esterna).

C.5 Gli scenari incidentali devono essere valutati in base alle condizioni meteorologiche più conservative nella zona in cui è insediato lo stabilimento. Devono essere forniti dati relativi alle velocità del vento, alle direzioni prevalenti, alle temperature, e alle condizioni di stabilità atmosferica riferibili ad un periodo di almeno cinque anni, ove disponibili.

C.6 Rappresentazione cartografica in scala 1:2.000 (o scala adeguata) delle aree di danno interne ed esterne allo stabilimento (o del loro inviluppo), per ciascuna tipologia di danno identificata al punto C.4, in cui sono indicati gli obiettivi vulnerabili presenti nelle aree di danno esterne allo stabilimento (es. scuole, ospedali, uffici pubblici, edifici residenziali, luoghi di ritrovo, strade, altri impianti industriali presenti ecc.).

C.7 Valutazione del possibile danno ambientale, come definito dall’Allegato al D.M. 9/5/01, par. 6.3.3.

C.8 Descrizione del comportamento degli impianti in caso di indisponibilità parziale o totale delle reti di servizio (elettricità, acqua di raffreddamento, vapore, azoto, aria compressa, ecc.); descrivere inoltre le misure per garantire il funzionamento delle apparecchiature critiche anche in condizioni di emergenza.

C.9 Indicazione delle precauzioni adottate per evitare gli eventi incidentali o quanto meno per minimizzarne la possibilità di accadimento e/o l’entità delle conseguenze:

- dal punto di vista progettuale e costruttivo: norme e criteri utilizzati nella progettazione e nella realizzazione delle varie componenti dello stabilimento (impianti elettrici, strumentazioni, strutture, tubazioni, serbatoi, ecc.), criteri di protezione dei contenitori e dei serbatoi (sistemi di contenimento, apparecchiature di controllo, ecc.), ecc.;

- dal punto di vista impiantistico: dispositivi di blocco e allarme, indicatori di livello, strumentazione di sicurezza, valvole di sezionamento telecomandate, sistemi di abbattimento, ecc.;

- dal punto di vista operativo: controlli sistematici delle zone critiche, programmi di manutenzione e ispezione periodica, verifica di sistemi di sicurezza e blocchi, Manuali Operativi, Piani di Emergenza Interni, ecc..


D) Situazioni di emergenza e relativi apprestamenti

D.1 Specificare le sostanze emesse in condizioni anomale di funzionamento e in caso di incidente. In particolare, nell’ipotesi di incendio, si specifichino i prodotti di combustione. Si descrivano inoltre gli effetti delle sostanze emesse nell’area potenzialmente interessata.

D.2 Indicare gli effetti diretti di incendi o esplosioni con le parti di stabilimento ove siano presenti sostanze pericolose e specificare gli effetti degli incidenti indotti.

D.3 Descrivere, alla luce degli eventi individuati ai punti precedenti, le misure previste per evitare, in caso di incendio e/o esplosione, il danneggiamento di strutture, di serbatoi, di apparecchiature e di condotte contenenti sostanze infiammabili e/o tossiche. Sulla base delle ipotesi di incidente considerate e della stima delle relative conseguenze (irraggiamento e/o sovrappressione)occorre verificare se le strutture interessate (contenitori metallici, edifici, ecc.) resistono di per sé o se necessitano di provvedimenti aggiuntivi (rivestimenti per la resistenza al fuoco, raffreddamento con acqua, muri antiesplosione, travi di ancoraggio, ecc.) qualora il loro coinvolgimento possa aggravare le conseguenze dell’incidente.

D.4 Descrivere i sistemi adottati per contenere sversamenti rilevanti di sostanze infiammabili sul suolo e/o nei sistemi fognanti e nei corpi idrici (valvole di intercettazione, barriere d’acqua, barriere di vapore, bacini di contenimento, panne galleggianti, ecc.) al fine di limitare, in caso di spandimento e successivo incendio, l’estensione della superficie incendiata. Descrivere inoltre i sistemi eventualmente previsti per l’intercettazione ed il successivo contenimento e convogliamento a volumi di raccolta. Si specifichino i criteri adottati nella progettazione di tali sistemi.

D.5 Descrivere i sistemi adottati per contenere gli sversamenti rilevanti sul suolo e/o nei sistemi fognanti e nei corpi idrici di liquidi tossici o pericolosi per l’ambiente e, i sistemi eventualmente previsti per l’intercettazione ed il successivo contenimento e convogliamento a volumi di raccolta. Si specifichino i criteri adottati nella progettazione di tali sistemi.

Allegare la planimetria dello stabilimento con l’indicazione della rete fognaria.

D.6 Descrivere le eventuali fonti di rischio mobili quali ad esempio serbatoi mobili (autobotti, ferrocisterne, fusti, ecc.) utilizzati per il trasporto interno di sostanze pericolose. Descrivere inoltre le vie di percorrenza, i punti di carico, scarico e stazionamento; definire le precauzioni adottate al fine di prevenire il rischio ad essi associato.

D.7 Compilare la Tabella C riportando gli eventi considerati nel proprio documento di valutazione dei rischi.


TAB. C - PROSPETTO RIASSUNTIVO DELL’ANALISI DEI RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE

Top event (n.)

Identificativo dell’impianto o della zona dello stabilimento

Descrizione sintetica dell’evento (a)

Conseguenze stimate (b)

Frequenza di accadimento (c)

Misure di prevenzione e/o mitigazione attuate

……………..

……………

……………

……………

……………

……………

……………

……………

……………

……………

……………

……………


(a) descrizione delle cause che portano all’evento, della durata ipotizzata, delle quantità rilasciate;

(b) indicare la tipologia di scenario e le distanze calcolate in corrispondenza delle soglie di danno a persone e strutture indicate nei decreti di riferimento;

(c) fornire una valutazione qualitativa o il valore in termini di occ/anno.


E) Misure contro l’incendio

E.1 Descrivere gli impianti, le attrezzature e l’organizzazione per la prevenzione e l’estinzione degli incendi, precisando i criteri di dimensionamento degli stessi. Allegare la planimetria dello stabilimento con indicati i sistemi antincendio.

E.2 Precisare se la progettazione del sistema di drenaggio ha previsto di far fronte all’aumento del flusso d’acqua durante la lotta contro il fuoco e se è prevista l’intercettazione dei flussi ed il successivo convogliamento a volumi di raccolta, evidenziando i criteri di dimensionamento di questi ultimi.

E.3 Indicare le fonti di approvvigionamento idrico da utilizzare in caso di incendio e la quantità d’acqua disponibile per il suo spegnimento. Precisare anche la quantità ed il tipo di liquido schiumogeno, di polveri ed altri estinguenti eventualmente presenti, evidenziando i criteri di scelta e di individuazione delle suddette quantità. Indicare inoltre l’eventuale presenza di sistemi di estinzione con gas inerte o di spegnimento con vapore.

E.4 Precisare le autorizzazioni concernenti la prevenzione incendi richieste e/o ottenute, anche in relazione a modifiche senza aggravio del preesistente livello di rischio ovvero deroghe alla normativa antincendio ottenute.


F) Informazioni sul Sistema di Gestione della Sicurezza adottato

F.1. Riportare il documento di definizione della Politica di Prevenzione degli incidenti rilevanti di cui all’art.7, comma 1 D.Lgs. 334/99 e l’articolazione del Sistema di Gestione della Sicurezza.

F.2. Indicare la struttura organizzativa in forma grafica, con diagrammi a blocchi in cui siano evidenziate le dipendenze gerarchiche e funzionali; in particolare esplicitare le funzioni dell’organigramma impegnate nelle posizioni chiave per la sicurezza e le relative mansioni.

F.3 Indicare il numero dei dipendenti dello stabilimento.

F.4 Indicare il numero di persone, non dipendenti, presenti nel sito a vario titolo e specificare le funzioni che svolgono.

F.5 Dichiarare l’eventuale adesione dell’azienda a Sistemi di Gestione volontari e nel caso, elencarli ed indicare la data di certificazione.

F.6 Descrivere gli eventuali incidenti, "quasi incidenti" ed anomalie accaduti nello stabilimento e indicare la data di accadimento.

F.7 Allegare il Piano di Emergenza Interno completo di planimetrie (vie di fuga, punti di raccolta ecc..).


G) Compatibilità territoriale

G.1 Ai fini della valutazione di compatibilità territoriale da parte dell’Autorità competente, si forniscano le informazioni di cui al D.M.LL.PP. 9 maggio 2001 e in particolare nel caso di Depositi di GPL e Depositi di liquidi infiammabili e/o tossici si applichi quanto indicato al comma 6.3.2 dell’allegato al suddetto Decreto.

Dichiaro di essere informato, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 13 del decreto legislativo n. 196/2003 che i dati personali raccolti saranno trattati, anche con strumenti informatici, esclusivamente nell'ambito del procedimento per il quale la presente dichiarazione viene resa.


............................................

(luogo, data)


Il Dichiarante

....................................


Ai sensi dell'art. 38. DPR 445 del 28 dicembre 2000, la dichiarazione è sottoscritta dall'interessato, ed inviata insieme alla fotocopia, non autenticata, di un documento di identità del dichiarante, all'ufficio competente, tramite un incaricato, oppure a mezzo posta.