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Lo sfondellamento dei solai in laterizio

Un’insidia che viene dall’alto (e che può essere causa di gravi danni alle persone)
INDAGINI STRUTTURALI

In presenza di anomalie costruttive, difetti progettuali e/o di carenze di manutenzione, nell’ambito dei solai in laterocemento si possono verificare dissesti che, sebbene non comportino pregiudizio per la capacità portante complessiva, risultano essere potenzialmente assai pericolosi per l’incolumità delle persone: si tratta del distacco (spesso repentino) delle cartelle inferiori dei blocchi in laterizio ovvero del cosiddetto sfondellamento del solaio

Gli orizzontamenti degli edifici (solai) hanno subito nel corso del tempo una notevole evoluzione grazie alla disponibilità di nuovi materiali e l’industrializzazione dei processi costruttivi. Una tipologia decisamente ricorrente negli edifici esistenti è quella dei solai in laterocemento, costituiti, per l’appunto, dall’associazione di calcestruzzo (armato) e da elementi in laterizio. In presenza di anomalie costruttive, difetti progettuali e/o di carenze di manutenzione, nell’ambito di questo sistema si possono verificare dissesti che, sebbene non comportino pregiudizio per la capacità portante complessiva, risultano essere potenzialmente assai pericolosi per l’incolumità delle persone: si tratta del distacco (spesso repentino) delle cartelle inferiori dei blocchi in laterizio ovvero del cosiddetto sfondellamento del solaio.


Il solaio in laterocemento, come accennato, è costituito da materiali alquanto diversi (figura 1) a cui solitamente si riconoscono compiti altrettanto differenti: le barre d’armatura e il calcestruzzo assolvono all’esigenza di sopportare i carichi mentre ai blocchi di laterizio (ci si riferisce ai cosiddetti blocchi aventi funzioni di alleggerimento, denominati anche “pignatte”) si attribuisce la funzione di rendere meno pesante la struttura del solaio stesso, assicurando nel contempo un miglior isolamento termico e acustico.
  
Da quanto sopra sembrerebbe che i blocchi siano svincolati da qualsiasi impegno statico ma, in effetti, ciò costituisce solo una comune schematizzazione di calcolo.
I blocchi, infatti, solidamente connessi ai travetti e alla soletta superiore di calcestruzzo, risultano sollecitati, indipendentemente dalla loro funzione nominale, da tutte le azioni applicate ai solai e tra queste, innanzitutto, i carichi verticali: il peso proprio, i permanenti applicati (inclusi i tramezzi) e il carico di servizio. Altre cause di sollecitazioni (meno evidenti delle precedenti) sono quelle indotte dalla deformabilità delle travi portanti, da campate affiancate di luce diversa e dall’interazione con le strutture di bordo. La Normativa distingue tra blocchi aventi funzione principale di alleggerimento e blocchi aventi funzione statica in collaborazione con gli altri elementi strutturali; nel primo caso viene ignorato il loro contributo ai fini del calcolo della resistenza del solaio che invece viene tenuto in conto nel caso di blocchi collaboranti.
Esistono, inoltre, tutta una serie di azioni, che possono sollecitare in modo imprevisto la struttura del solaio (blocchi inclusi): in estradosso, l’applicazione di carichi verticali eccedenti quelli considerati in sede di progetto; in intradosso, la sospensione, magari in più riprese, di impianti e controsoffitti o l’applicazione di intonaci cementizi particolarmente se di elevato spessore e soggetti a forte ritiro.


Ulteriori sollecitazioni non previste possono derivare da una cattiva manutenzione della costruzione: la presenza di stillicidi d’acqua e di umidità che danno luogo ad un’espansione del laterizio, come anche la corrosione dell’armatura dei travetti con le conseguenti spinte sia sul calcestruzzo circostante sia a carico dei blocchi di laterizio adiacente.
Premesso che gli edifici di una certa vetustà richiederebbero comunque un controllo dell’intradosso dei solai anche per accertare fenomeni meno gravi ma comunque pericolosi (come il distacco dell’intonaco), la sussistenza di particolari condizioni (ristrutturazioni, variazioni di destinazione d’uso, carenze di manutenzione etc) come anche il realizzarsi di azioni eccezionali (incendio), cedimenti delle fondazioni (che possono indurre distorsioni anche nei solai) e azioni sismiche (o comunque forti vibrazioni) richiedono -senza indugio- di attivare verifiche.


L’attività di verifica dei solai si articola secondo due metodologie distinte che agiscono sinergicamente. Da un lato si riconoscono, per ciascun solaio, l’esistenza di tutti quegli elementi di criticità che predispongono il fenomeno: un solaio di copertura con documentata carenza di impermeabilizzazione e isolamento termico, solo per fare un semplice esempio, ha maggiori probabilità di essere interessato dal fenomeno rispetto ad un solaio intermedio delle stesse caratteristiche.
Il fenomeno, sebbene non pregiudichi la stabilità complessiva del solaio, è parecchio pericoloso per l’incolumità delle persone perché provoca la caduta dal soffitto di diverse decine di kg di materiale (laterizio, intonaco, eventuali porzioni di controsoffitto). A causa del carattere fragile della rottura dei materiali coinvolti nel dissesto è anche particolarmente insidioso: i segnali premonitori sono talvolta minimi e, sfortunatamente simili per un occhio non esperto, a quelli di altri fenomeni privi di importanza.

Le tecnologie oggi disponibili, insieme ad un’attenta analisi delle cause predisponenti lo sfondellamento, possono fornire la risposta richiesta con modesto impegno di tempo e di denaro; nei casi in cui si accerta l’esistenza di un rischio, si possono predisporre interventi di rinforzo e/o monitoraggi per valutare l’evoluzione del fenomeno.
 

 

 

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