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ISSN 1721-4890
Fondata nel 1933
Direttore Dino de Paolis
Convalida dell'aggiudicazione disposta prima della verifica dei requisiti
AGGIUDICAZIONE VERIFICA REQUISITI CONVALIDA - L’art. 17 del D. Leg.vo 36/2023 disciplina le fasi delle procedure di affidamento; in particolare, con riferimento alla fase dell’aggiudicazione, dispone, al comma 5, che l’organo preposto alla valutazione delle offerte predispone la proposta di aggiudicazione alla migliore offerta non anomala. L’organo competente a disporre l’aggiudicazione esamina la proposta e, se la ritiene legittima e conforme all’interesse pubblico, dopo aver verificato il possesso dei requisiti in capo all’offerente, dispone l’aggiudicazione che è immediatamente efficace.
La giurisprudenza ha interpretato la norma nel senso che tale articolo impone che l’aggiudicazione di un appalto avvenga solo dopo l’effettiva verifica dei requisiti in capo all’offerente, per cui l’effettiva aggiudicazione definitiva non può prescindere dall’espletamento delle verifiche predette, la cui omessa esecuzione rende illegittima l’aggiudicazione e comporta il suo annullamento (TAR Puglia-Bari 04/02/2025, n. 168).
FATTISPECIE - Nel caso di specie la stazione appaltante aveva disposto l’aggiudicazione definitiva prima della verifica del possesso dei requisiti per la partecipazione alla gara. Tuttavia, al fine di sanare l’errore nel procedimento, l’amministrazione aggiudicatrice aveva adottato una successiva determinazione mediante la quale, eseguita la verifica sul possesso dei requisiti, aveva nuovamente aggiudicato in via definitiva l’appalto alla controinteressata, questa volta con dichiarazione di efficacia immediata del provvedimento.
CONVALIDA - In proposito TAR Campania-Salerno 28/05/2025, n. 977 ha osservato che il comma 2 dell’art. 21-nonies della L. 241/1990 consente alla pubblica amministrazione di convalidare i propri atti affetti da vizi di legittimità, attraverso una manifestazione di volontà intesa a eliminare il vizio da cui l’atto stesso è inficiato; ciò attraverso un istituto di carattere generale, la convalida, volto a rendere l’atto stabile a tutti gli effetti per i quali è preordinato, ogniqualvolta il pubblico interesse ne richieda il consolidamento. L’ampiezza della formula utilizzata dal legislatore consente di ricomprendere nella convalida figure quali:
- la sanatoria, che si verifica allorquando un provvedimento viziato per mancanza nel procedimento di un atto preparatorio viene sanato dalla successiva emanazione dell’atto mancante, e
- la ratifica, consistente nell’appropriazione dell’atto, emesso da un organo incompetente ovvero fornito di una competenza temporanea e occasionale, da parte dell’autorità che sarebbe stata competente (C. Stato 22/08/2023, n. 7891).
La convalida quindi, è il provvedimento con il quale la pubblica amministrazione, nell’esercizio del proprio potere di autotutela decisionale ed all’esito di un procedimento di secondo grado, interviene su un provvedimento amministrativo viziato e, come tale, annullabile, emendandolo dai vizi che ne determinano l’illegittimità e, dunque, l’annullabilità. Tale atto presuppone la sussistenza di ragioni di pubblico interesse e che non sia decorso un termine eccessivo, secondo criteri di ragionevolezza, dall’adozione dell’atto illegittimo.
SANATORIA DELL’AGGIUDICAZIONE - In conformità a tali principi, il TAR ha ritenuto che, in sostanza, con la rinnovata aggiudicazione definitiva, la stazione appaltante avesse inteso, seppure non dichiaratamente, convalidare la precedente aggiudicazione definitiva, illegittima per violazione delle regole del procedimento amministrativo dettato dal Codice dei contratti pubblici e richiamato dal disciplinare di gara.
Nel caso concreto, il provvedimento di convalida andava qualificato come sanatoria, in quanto adottato per la carenza, nel provvedimento di aggiudicazione in precedenza adottato, della fase procedimentale consistente nella verifica del possesso dei requisiti da parte dell’impresa aggiudicataria.
Il provvedimento di convalida impugnato, in tal modo qualificato, risultava dunque immune dai vizi di legittimità dedotti dalla ricorrente, essendo conforme al principio di ragionevolezza e al principio del risultato, fondante le procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici.
In particolare:
- era stato convalidato, infatti, un provvedimento di aggiudicazione viziato soltanto sul piano formale, essendo risultata positivamente espletata, al momento della convalida, la fase di verifica dei requisiti in possesso dell’aggiudicataria;
- la convalida, oltre ad essere stata adottata entro un tempo ragionevole (poco più di un mese dalla aggiudicazione affetta dal vizio del procedimento), aveva eliminato l’errore procedimentale senza interferire con gli effetti eventualmente lesivi del provvedimento illegittimo, trattandosi di un provvedimento ancora inefficace, quindi inidoneo a ledere concretamente gli interessi sia della parte interessata che di quella controinteressata;
- con riferimento all’interesse pubblico, il provvedimento di convalida risultava conforme, implicitamente, a tale interesse, mentre sarebbe stato contrario all’interesse pubblico un procedimento di annullamento in autotutela di un provvedimento formalmente illegittimo, ma sostanzialmente convalidabile, una volta espletata positivamente la verifica sul possesso dei requisiti.
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