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Circ.Min. LL.PP. 07/07/1954, n. 2495

L.1150/42. Istruzioni per la formazione dei piani regolatori comunali, generali e particolareggiati,.
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I - PREMESSA

La legge urbanistica 17 agosto 1942, n. 1150, Rcome é noto, venne emanata allo scopo, fra l' altro, di dare una disciplina unitaria ed organica alla formazione dei piani regolatori comunali, distinguendoli in piani regolatori generali--estesi all' intero territorio comunale--e in piani particolareggiati di esecuzione. La esigenza di una tale disciplina era determinata dalla esistenza di numerosi piani regolatori approvati con leggi speciali, contenenti norme spesso divergenti fra loro, e in deroga ai principi della legge 25 giugno 1865, n. 2359, sulle espropriazioni per pubblica utilità, i cui istituti erano divenuti inadeguati. Peraltro, nell' intento di attuare un graduale passaggio dalla precedente alla nuova regolamenta

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PIANI REGOLATORI GENERALI: COMUNALI E INTERCOMUNALI
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1--Studio e impostazione

Costituendo il piano regolatore generale lo strumento più importante per le attività costruttive e produttive del Comune, é indispensabile che venga posta la massima cura nel condurre lo studio tecnico del programma urbanistico, il quale dovrà valere a tempo indeterminato, e condizionerà quindi lo sviluppo delle attività stesse almeno per parecchi anni.


In relazione a quanto detto, é opportuno che i Comuni si avvalgano di competenze specializzate, sia che queste vengano organizzate nell' ambito dei propri uffici tecnici, sia che si manifes

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2--Elementi di progetto

In base all' art. 7 della legge urbanistica, il piano regolatore generale, sia comunale che intercomunale si concreta in un programma contenente le direttive in base alle quali saranno sviluppate le sistemazioni inerenti alle attività costruttive e produttive, nell' ambito dell' intero territorio comunale, da svolgersi gradualmente con opportuna elasticità nel tempo, ma senza peraltro un termine prefissato. Esso, infatti, abilita i Comuni a formare i piani particolareggiati di esecuzione e a impedire che vengano eseguite costruzioni o trasformazioni in difformità dei criteri direttivi, essendo i proprietari di immobili obbligati a rispettare le linee e le prescrizioni di zona indicate nel piano.


Gli elaborati di progetto, debitamente firmati da un ingegnere o da un architetto, dovranno essere costituiti dai seguenti elementi:


a) schema regionale con l' indicazione della posizione e dell' importanza del Comune in rapporto ai centri

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3 - Procedura

Il progetto di piano regolatore generale deve essere adottato dal Comune con apposita delibera consiliare, da sottoporre all' approvazione della Giunta Provinciale Amministrativa. Dopo di che deve essere depositato negli Uffici comunali per un periodo di trenta giorni interi e consecutivi, compresi i festivi, durante i quali chiunque ha facoltà di prenderne visione. L' effettuato deposito é reso noto al pubblico mediante un avviso, affisso all' albo pretorio, nel quale, oltre al riassunto della domanda diretta dal Sindaco al Ministero dei Lavori Pubblici per ottenere l' approvazione del piano, siano indicati il luogo, la durata e lo scopo del deposito stesso con espresso richiamo all' art. 9 della legge urbanistica, precisando che, sia Enti che privati possono presentare "osservazioni", ai fini di un apporto collaborativo dei cittadini al perfezionamento del piano.


Uguale avviso deve essere affisso in luoghi di pubblica frequenza inserito nel Foglio degli annunzi legali della Provincia, e, per i Comuni di una certa importanza, pubblicato su uno o più giornali di larga diffusione.


Presso gli uff

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III. -- PIANI PARTICOLAREGGIATI
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1--Studio e impostazione

Il piano regolatore generale é attuato mediante i piani particolareggiati di esecuzione di determinati comprensori, prescelti dal Comune in relazione al programma ed ai criteri di gradualità prestabiliti nel piano generale. Essi consentono di

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2--Elementi di progetto

In ordine alle finalità e agli effetti del piano, accennati nel precedente paragrafo, ed in relazione al contenuto del piano stesso indicato all' art. 13 della legge urbanistica, gli elaborati di progetto--da presentarsi in triplice esemplare--saranno costituiti dai seguenti elementi:


a) planimetria delle previsioni del piano regolatore generale relative alla zona oggetto del piano particolareggiato, estese anche ai tratti adiacenti in modo che risultino le connessioni con le altre parti del piano stesso;


b) planimetria del piano particolareggiato--disegnato sulla mappa catastale-- contenente i seguenti elementi:

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3--Procedura

Per l' adozione e la pubblicazione dei piani particolareggiati, come per i documenti atti a comprovarne la regolarità, valgono le stesse norme sopra stabilite per i piani regolatori generali, con le seguenti

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IV.-- ISTRUZIONI VARIE
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1--Deposito dei piani approvati

a) Piani regolatori generali.

In seguito alla pubblicazione sulla "Gazzetta Ufficiale" del Decreto di approvazione del piano regolatore generale, questo viene depositato, insieme con una copia del decreto, nella Segreteria del Comune, a libera visione del pubblico, per tutto il periodo di validità del piano.


Dell' avvenuto deposito il Comune deve dare notizia mediante avvisi affissi in luoghi di pubblica frequenza, inseriti nel Foglio annunzi legali della Provincia e, per i Comuni di una certa importanza, in uno o più giornali di larga diffusione.


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3--Varianti

I Comuni non potranno proporre varianti al piano regolatore generale già approvato, se non quando sopravvengono ragioni che rendano inattuabile, in tutto o in parte, il piano stesso o determinino la convenienza di aggiornarne le previsioni.

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4--Demani di aree fabbricabili

La facoltà di espropriare le aree comprese nelle zone di espansione previste dal piano regolatore--facoltà attribuita ai Comuni dall' art. 18 della legge urbanistica-- può essere esercitata gradualmente e per zone, in relazione al piano finanziario presentato in sede di approvazione del piano generale.

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5--Programmi di fabbricazione

Fino a quando i Comuni non saranno dotati di un piano regolatore regolarmente approvato, é fatto obbligo di adottare--ad integrazione del regolamento edilizio--un programma di fabbricazione, e ciò allo scopo di assicurare quel minimo di disciplina urbanistica indispensabile per un ordinato sviluppo edilizio degli abitati.


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